PROGETTAZIONE OLISTICA:
Cosa c’è dietro un progetto
giada mete
Ciò che vediamo di un progetto è sempre un risultato, un disegno o un fabbricato già realizzato e diamo per scontato il processo che ha portato a quel risultato, con la sua conseguente svalutazione, soprattutto economica.
Un progetto non è un semplice disegno o la presentazione di tutta la pratica burocratica che lo correda.
Questi sono solo la punta di un Iceberg che si sviluppa nel tempo, spesso in moltissimo tempo e, in effetti, anche la questione del tempo è un buco nero.
Spesso si pensa che un progetto nasca in maniera semplice e spontanea grazie ad un’idea arrivata dal nulla come un’illuminazione.
Così il professionista di turno viene investito di un ruolo autonomo, sperando che possa tirare fuori dal cappello l’idea perfetta, generando un approccio di speranza che spesso porta ad un risultato deludente.
Questo sentiero, apparentemente inesplorato, finisce sempre con il portare le prime incomprensioni tra cliente e professionista, dove il cliente pensa che il professionista scelto non è quello giusto, non capisce cosa vuole, mentre il professionista deduce che il cliente non ha le idee chiare.
La conclusione è che questo non porta da nessuna parte!
Questo perchè nella realtà un progetto non nasce da un’idea, non di quel tipo almeno, questo è un super mito da sfatare, per esperienza non basta guardare un foglio bianco o lo schermo di un monitor per generare la soluzione ideale, quella che si trova a metà strada tra il sogno del cliente e la fattibilità tecnica.
Per me un progetto nasce da un processo lungo e laborioso, che deve necessariamente coinvolgere entrambe le figure, le vede lavorare e collaborare per tirare fuori il compromesso necessario tra desiderio e fattibilità.
In realtà quella stessa idea arriva dopo aver analizzato in maniera approfondita uno o più bisogni, tirando fuori una rosa di necessità ben radicate. Questo processo vuole il suo tempo per essere sviluppato, quindi è controproducente rivolgersi ad un professionista all’ultimo momento o nella speranza che possa “trovare l’idea” in una settimana.
Un progetto ha bisogno di essere maturato attraverso scambi continui e sistemi di analisi che vanno implementati in maniera consapevole.
La fase di indagine
E’ la fase nella quale si raccolgono le informazioni maggiori, sia quelle che riguardano il cliente in quanto persona, che quelle relative alla parte tecnica del progetto in se.
Io per esempio, utilizzo un approccio di Coaching, attraverso confronto diretto, ma anche questionari e materiale cartaceo (Workbook di studio), per entrare in relazione con il cliente, insiema agli strumenti che mi da il Vastu per la parte progettuale (analisi del terreno nelle nuove costruzioni o della casa in caso di ristrutturazione), grazie al quale posso studiare la situazione concreta sotto vari aspetti, da quello puramente pratico a quello energetico, che per me riveste un fattore molto importante.
Mettere insieme le informazioni raccolte ci permette di trovare il filo conduttore e di tirare fuori i bisogni più radicati, che rispondono a necessità fisiche ma anche emotive.
E’ la fase alla quale dedico più tempo, perchè è sempre difficile far emergere le informazioni giuste, è davvero difficile è trovare il bisogno che fa da filo conduttore. Generalmente in un primo colloquio si tirano fuori bisogni di varia natura, molti dei quali sono dettati da influenze esterne, quindi dobbiamo essere bravi a setacciare le informazioni per tirare fuori l’essenza e quando riusciamo a individuare i bisogni giusti, tutto il percorso si sviluppa in discesa lasciando che il progetto si evolve spontaneamente, in questo modo anche i problemi si risolvono con facilità.
La fase di sviluppo
Nel momento in cui i bisogni si sono delineati, automaticamente il progetto inizia a prendere forma, dando le prime risposte.
Ti rendi conto di essere sulla strada giusta, quando il progetto inizia a svilupparsi in maniera quasi autonoma e le modifiche sono solo un modo per affinare le idee.
In questa fase, il workbook che faccio compilare ai miei clienti mi aiuta a mantenere la rotta, a sviluppare un progetto coerente e risonante con le loro esigenze. Inoltre, mi aiuta a gestire i momenti di dubbio.
Questa è la fase nella quale l’idea si manifesta, prendendo forma attraverso i disegni, schizzi a mano libera, soluzioni più approfondite schematizzate al computer, 3d, le scelte dei materiali, seguendo il percorso che va delineandosi spontaneamente.
Il tempo
Tutto questo ha bisogno del suo tempo. Ogni fase deve essere attentamente consumata, elaborata, sviluppata e deve dare i suoi frutti.
Quanto è il tempo giusto?
Non c’è un tempo giusto o sbagliato ma sicuramente un progetto non potrà essere maturato in una settimana, con questo tipo di approccio.
Ipotizziamo di fare il progetto di una sola stanza, magari di un bagno:
- 7/10 gg saranno la fase di relazione con il cliente, sarà il tempo necessario ad entrare in relazione con lui, con le sue esigenze, a creare quella condizione empatica che ci permette di passare alla fase successiva, ma soprattutto sarà il tempo necessario a lui per entrare in relazione con lo spazio che bisogna “riprogettare”, liberandosi delle sovrastrutture.
- 15 gg saranno necessari alla fase di sviluppo, elaborati, confronti, ricerca di materiali.
- a questi seguirà la stesura e la presentazione della documentazione burocratica per gli Enti, qui dipende dal tipo di documentazione da definire.
Bisogna diventare consapevoli che un progetto è la concretizzazione di un luogo nel quale far scorrere la propria vita, ecco perchè è importante implementare un percorso che possa aiutarti ad esprimere la giusta corrispondenza tra il tuo essere oggi e ciò che vuoi essere nel futuro.
Hai ristrutturato o realizzato casa? Hai progettato una ristrutturazione? Raccontami la tua esperienza, il confronto aiuta a crescere!
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