Il Vastu… secondo me!
giada mete
Anche se il titolo potrà sembrarti pretenzioso, ho deciso di fornirti una mia personale interpretazione del Vastu perché sono convinta che niente possa diventare uno strumento utile nelle nostre mani se non passando attraverso la sperimentazione personale.
Lo spunto nasce da questo articolo che scrissi diverso tempo fa e che inaspettatamente è stato quello che ha generato più fermento, più precisamente mi rifaccio ad un commento nel quale è stato sollevato il problema che noi italiani tendiamo ad essere troppo esterofili senza guardare ciò che abbiamo in casa, per certi versi sono d’accordo, dall’altro penso che il problema nasca dalla necessità di crescere e cercare qualcosa che non riesci a trovare “sotto il tuo naso”.
Per me una ricerca essenziale è legata al risveglio dell’anima e alla consapevolezza del nostro legame con il Divino (o Energia Universale).
Quindi, ringrazio Mattia che ha lasciato un commento sotto il mio articolo, dandomi modo di chiarirmi le idee in merito ad aspetti “tecnici” attraverso un dialogo costruttivo e offrendomi l’opportunità di chiarire la mia posizione professionale.
Mi preme sottolineare che la mia passione per il Vastu (risalente a tempi non sospetti, ho iniziato a studiare Feng Shui nel lontano 1998 per poi innamorarmi del Vastu nel 2002) non è nata da tendenze esterofile, ma per vocazione spirituale!
Sono convinta che l’architettura abbia in sé una natura spirituale che noi europei abbiamo ignorato da sempre limitandoci a storici luoghi di culto, come è facile notare anche le Chiese moderne hanno perso quell’enfasi spirituale propria della loro espressione. Ho trovato molto difficile accettare questa limitazione!
Così ho trovato nel Vastu molte risposte, anche grazie a tanti scritti di architetti (non necessariamente studiosi di Vastu o metodologie affini) che inconsciamente mi hanno guidata verso quella direzione.
Del Vastu amo il suo legame con il Divino, non solo in quanto Dio, ma in quanto sua manifestazione attraverso l’architettura.
Siamo tutti parte di quella vibrazione energetica ma ce ne dimentichiamo e dimentichiamo che le nostre case sono luoghi di amplificazione vibratoria che possono accrescere in noi la nostra evoluzione personale, ma anche farci arretrare o arenare sul nostro percorso evolutivo, se mal progettate.
L’architettura ha un effetto tale sugli esseri umani, sui luoghi, sulla coscienza degli individui e di conseguenza sul mondo, da non poter essere ridotta semplicemente ad una soluzione stilistica che segue una moda particolare. Visto che essa può avere notevoli effetti negativi (quali l’alienazione, la desensibilizzazione, problemi di salute e malessere fisico psicologico e sociale) forse è il caso di pensare a come incentivare gli aspetti positivi lavorando in modo più consapevole. Potremmo addirittura chiederci come produrre architetture che creino benessere.
Questa frase è tratta da un libro che ha segnato la mia storia professionale, dal titolo <a target=”_blank” href=”https://www.amazon.it/gp/product/8874930674/ref=as_li_tl?ie=UTF8&camp=3414&creative=21718&creativeASIN=8874930674&linkCode=as2&tag=animashop-21&linkId=f2ef501438f09537f2c0f3fab121d5f3″>La casa come luogo dell’anima</a><img src=”//ir-it.amazon-adsystem.com/e/ir?t=animashop-21&l=am2&o=29&a=8874930674″ width=”1″ height=”1″ border=”0″ alt=”” style=”border:none !important; margin:0px !important;” /> (un libro apparso spesso anche nei miei social!) e così ho sempre cercato di realizzare quel legame profondo che deve essere alla base di quelle costruzioni in sintonia con il luoghi e con coloro che le avrebbero abitate.
Attraverso il Vastu ho scoperto quelle regole che mi aiutano a comprendere i luoghi e le energie nascoste, dandomi la direzione corretta da seguire per realizzare costruzioni che abbiano una specifica qualità energetica, all’interno di uno studio più vasto caratterizzato dall’approccio Olistico che distingue il mio lavoro.
Nel tempo ho imparato che ciò che conta è ciò che risuona con noi e criticamente prendo ciò che mi serve per realizzare opere che conservino buone qualità funzionali, estetiche ed energetiche nel rispetto delle nostre regole tecniche.
Architetto è colui che nel passato era considerato un intermediario con il divino poiché interagiva con l’ambiente che dio stesso aveva creato, ecco perché penso che il valore spirituale dell’Architettura sia un aspetto fondamentale da considerare in questa professione.
Esaltare la spiritualità nell’Architettura, non significa realizzare Chiese, ma piccoli Templi per le anime che ogni giorno svolgono la loro vita!
Shanti!
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Photo Credit: Diego Duarte Cereceda
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