PROGETTAZIONE OLISTICA:
Come sono diventata un Architetto Olistico
giada mete
Come sono diventata un Architetto Olistico?
E’ una domanda che mi è stata fatta spesso, così ho pensato tanto prima di scrivere questo post, perchè parla di fatica e di solitudine… ma è pur vero che i pensieri hanno bisogno di solitudine e silenzio per venire fuori, proprio come il seme in un terreno!
Così, sulla scia di questo fine settimana particolarmente intenso, sia per via degli impegni che per le emozioni vissute, forse non lo sai ma sabato 23 febbraio ho tenuto il mio primo incontro off line, del percorso di Architettura Olistica che ho strutturato insieme a H4C, ho pensato che credo sia giusto e onesto condividere il cammino che ho compiuto per arrivare a questo.
I momenti difficili
Quando anni fa ho deciso di trasformare il mio lavoro, dandogli un’immagine nuova e un orientamento verso tematiche inusuali (e quando parlo di immagine nuova intendo qualcosa di inesistente sul mercato internazionale) ho avuto paura, intendo quella vera, quella che mista al desiderio di osare ti manda in tilt il sistema neurovegetativo. La paura principale era legata al giudizio di tutti coloro che avevano un’immagine precostituita nella loro testa di ciò che doveva essere/fare un Architetto. Dopo tutto le sovrastrutture sono quelle immagini precostituite che si creano nel nostro inconscio e che limitano il nostro sviluppo, la nostra capacità creativa, sono come delle trappole che con la scusa di tenerci al sicuro circuiscono il nostro io, offrendogli una visione limitata e non evolutiva.
Consideriamo che ci troviamo in una realtà di massa nella quale non si distingue neanche quale siano le competenze che differiscono la figura dell’Architetto, dell’Ingegnere e del Geometra, sostanzialmente per la gente comune fanno tutti la stessa cosa, e per quanto mi riguarda trovo la cosa davvero frustrante, perché ho molto rispetto per i Geometri competenti (io ne ho uno che mi affianca e del quale ho totale fiducia), come degli Ingegneri focalizzati sulle loro competenze, certo l’iter degli studi di oggi non aiuta questa distinzione (ma preferisco sorvolare su questo aspetto) e a tutto questo si aggiungono le Imprese tuttofare.
Quindi, come potevo pretendere di catapultarmi in una realtà come questa dicendo di fare l’Architetto Olistico per prendermi cura delle persone e regalare loro una vita felice, attraverso la realizzazione di case che fossero in sintonia con le Energie Universali?
Mi ci sono voluti anni per trovare il coraggio di parlare di energia legata alla casa, per creare il servizio di consulenza intuitiva, per parlare di Cromoterapia mirata alla casa, ecc. Anni nei quali mi sono fatta mille domande ripetendomi “faccio bene o male?“, “riuscirò a comunicare il valore di questa cosa?”.
I primi tentativi
I primi timidi approcci li ho tentati diversi anni fa, cercando di comunicare con le persone che mi circondavano, con l’errata speranza di trovare supporto, condivisione, entusiasmo, invece ciò che vedevo erano sguardi persi nel vuoto e sorrisi di circostanza, quando andava bene, il peggio era quando finito di parlare mi dicevano “ma quanto si guadagna?”, oppure “hai visto che è uscito il bando al Comune tal dei tali?”, oppure “ma il corso della Sicurezza non l’hai fatto?”, ebbene no, colgo l’occasione per fare outing, non ho mai fatto il corso per la Sicurezza (e ne sono molto felice!), non mi sono mai occupata di Catasto e non ho fatto la richiesta come CTU in Tribunale… non era la mia strada!
A questo punto scegliere di andare “oltre” non è una scelta semplice, ero sempre lì a cercare di sistemare ben bene una rete di protezione prima di lanciarmi, rimandando mille e mille volte con scuse infinite.
Finchè mi sono resa conto che a sistemare la rete di protezione era davvero tempo perso e avrei potuto usare quel tempo per imparare a fare un buon salto, perchè se sei un bravo acrobata (della vita) la rete ti serve per esercitarti, non per fare lo spettacolo.
Mi sono sentita sola? Si!
Mi sono sentita spaesata? Si!
Ho pensato di essere una pazza? Si!
Però ho anche pensato che ognuno di noi deve poter onorare la sua vita, cercando di contribuire a migliorare il mondo anche in una percentuale infinitesima, infondo siamo piccole particelle interconnesse in un mare vibrazionale.
Ascoltare l’intuito e le proprie passioni
Grazie al mio percorso personale e spirituale ho avuto la prontezza di rimanere in ascolto di quella vocina dentro di me e di lasciarmi guidare, paura o non paura, anche quando i risultati non erano quelli sperati e tante volte ho pensato di mollare, prendendomi anche lunghe pause, ma qualcosa ha sempre riacceso in me quella vibrazione, quel senso di gioia che ti assale quando sei perfettamente allineato con l’Universo e in quel momento sai che tutto è come deve essere, perchè quella è la tua strada.
In realtà non ho mai deciso di diventare Architetto Olistico, è stato un percorso che si è sviluppato da solo, attraverso studi e ricerche che si sono susseguite senza un’apparente logica, un pò come una mappa del tesoro, ogni cosa che scoprivo sembrava incastrarsi perfettamente con tutto l’insieme, dandomi l’entusiasmo di proseguire.
Oggi, dopo un bel pò di anni, di tira e molla e di studio, ho deciso di condividere questa esperienza, questo percorso, questo nuovo modo di amare l’architettura e tutto ciò che ne fa parte, con chiunque abbia voglia di sperimentarlo con me, con chiunque crede che nel mondo ci sia bisogno di vibrazioni elevate che l’Architettura possa esserne veicolo, perchè se impariamo a vibrare in maniera sempre più elevata la nostra vita cambia e noi possiamo sintonizzarci su realtà davvero inaspettate.
Grazie a questo percorso ho incontrato persone fantastiche, ho visto professionisti ai quali brillavano gli occhi mentre mi ascoltavano e i loro sorriso non erano di circostanza, ho visto clienti talmente soddisfatti da non apportare neanche una modifica nella soluzione iniziale.
Fare l’Architetto Olistico significa saper sintonizzarsi sulle frequenze di chi ti chiede aiuto, perchè realizzare una nuova costruzione non è un fatto di gusto, ma di crescita personale!
Ma a te piacerebbe diventare un Architetto Olistico? Dimmelo nei commenti!
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Serena
Febbraio 26, 2019 @ 9:52 am
Sarebbe fantastico! Ma credo che prima bisogna essere necessariamente un architetto…oppure c’è un percorso alternativo per chi non lo è?
Giada Mete
Febbraio 26, 2019 @ 11:06 am
ANTONIO, grazie infinite per la tua domanda e Benvenuto nel mondo di animArchitettura!
Naturalmente è necessario avere una formazione tradizionale alle spalle, perchè è importante acquisire determinate nozioni e ed è necessario per lo svolgimento “legale” della professione. E’ comunque un percorso che può essere intrapreso anche da chi ha una formazione diversa, come Interior Design ad esempio.
In questo momento è un percorso integrativo, per chiunque voglia svolgere questa professione con una nuova consapevolezza, cosciente che fare l’Architetto significa avere nelle mani uno strumento che, aiutando le persone a realizzare il loro spazi risonanti, può rendere il mondo migliore!
Graziella Capra
Febbraio 26, 2019 @ 11:04 am
non aspiro a tanto! e non saprei neppure da che parte iniziare, mentre avere qualche nozione da interior design mi piacerebbe. trovare sintonia, intendo lo star bene, in una casa non è semplice, però credo, che in tutte le professioni le distonie si avvertono subito. quando scrivo un articolo, rileggendolo a voce alta, mi accorgo subito se una frase non scorre bene, la stessa cosa in un’orchestra se c’è una stonatura la si avverte immediatamente. Idem quando si entra in una casa e non si avverte quella piacevole sensazione di calore, vuole dire che c’è qualche cosa che “stona”può essere semplicemente il colore sbagliato di un cuscino, oppure un quadro appeso troppo in alto o troppo in basso, o nella parete non adatta, un tavolino vuoto che invece richiede un soprammobile oppure in vaso di fiori.
complimenti a lei che riesce a collegare tante, grandi e piccole cose, idee e “curare” una casa come si dovrebbe curare il nostro corso in modo olistico.
Giada Mete
Febbraio 26, 2019 @ 11:24 am
Grazie infinite per il suo contributo e Benvenuta!
Cara GRAZIELLA, credo che tutti noi dobbiamo aspirare a tanto, tutti ne abbiamo diritto e credo che ognuno debba farlo con il proprio percorso.
Quest’anno ho scelto di dedicarmi alla formazione e all’informazione, cercando di consegnare questo strumento di ricerca nelle mani di tutti coloro che credono nel potere del cambiamento. Gandhi diceva “sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo!”, ognuno di noi è quel cambiamento!
Le distonie esistono per permetterci proprio di aspirare a qualcosa di più, sono l’altra faccia di una medaglia sottilissima, che possiamo decidere di girare.
Il bello di una casa è l’impermanenza, perchè l’imperfezione (o distonia) ci porta attraverso la ricerca del cambiamento sulla strada dell’evoluzione (non della perfezione!), la casa è il nostro centro e da lì possiamo proiettarci nel mondo, determinando la nostra strada e l’energia che metteremo nel percorrerla. La casa ( nel senso di “abitare”) è la nostra via al cambiamento!
Luigi Limatola
Luglio 26, 2019 @ 2:17 am
Ho mollato architettura al quarto anno a causa di una malattia e di vari problemi che ho avuto. Anche io ho fatto diversi percorsi spirituali dopo un risveglio di coscienza che mi ha portato a una visione olistica delle cose, visione che volevo applicare proprio in questa professione. Vorrei tanto riprendere gli studi e avere il coraggio di seguire la tua stessa strada.
Giada Mete
Luglio 26, 2019 @ 1:20 pm
Ciao LUIGI,
grazie per aver condiviso la tua esperienza!
Spesso la vita ci pone davanti delle scelte funzionali al nostro percorso. Io sono sempre molto felice quando vedo coscienze risvegliate e consapevoli, se oggi senti che il tuo percorso professionale può, finalmente, riprendere con questa nuova energia che hai maturato, vuol dire che devi ascoltare questa voce interiore e andare avanti.
Alla base della nostra crescita c’è sempre una scintilla interiore che serve ad illuminare il nostro percorso quando ci sentiamo confusi, fare una scelta professionale così particolare, per me non è stato facile, ho vissuto mille ripensamenti, ma la spinta interiore è stata più forte di tutto il resto e oggi sto raccogliendo tante soddisfazioni.
Caro Luigi, non guardare più indietro e proiettati nel bellissimo futuro professionale che ti aspetta (qualunque sia la tua scelta), un passo alla volta!
E se il mio percorso può esserti di ispirazione o di aiuto in qualche modo, ne sono felicissima!
Ancora… mille grazie!